Whistler, James Abbott McNeill
James Abbott Mac Neill Whistler, (Lowell, Massachusetts, 10 luglio 1834 - Londra, 17 luglio 1903), destinato dai genitori alla carriera militare, frequentò l’Accademia di West Point e in seguito entrò nel Servizio mappe e carte marittime di Washington, dando poi le dimissioni per dedicarsi alla pittura. A ventiquattro anni si imbarcò per la Francia e il suo periodo di permanenza a Parigi fu un momento di profonda maturazione. Studiò nello studio di Gleyre, all’Ecole des beaux-arts, e frequentò il Louvre. Amico di Courbet, che lo chiamerà suo «allievo», e molto legato a Fantin-Latour, fece parte del gruppo realista che si riuniva nella birreria Hautefeuille intorno al maestro di Ornans. Le sue prime opere riflettono queste esperienze. Si tratta inizialmente di incisioni (Dodici acqueforti dal vero o French Set, 1858), poi di una grande tela, Al pianoforte (1858-59: Cincinnati, Art Museum), dalla composizione studiata e dal tocco fluido. Rifiutata al salon, questa tela venne esposta l’anno successivo alla Royal Academy di Londra (1860), dove segnò l’inizio della carriera inglese dell’artista. Whistler divideva infatti ormai il suo tempo tra Londra, dove si stabilí nel 1863, e la Francia, dove soggiornò spesso, specie d’estate, in Bretagna e sulle coste della Manica; qui ritrovò Courbet, Fantin-Latour, Manet. La Fanciulla bianca (Ritratto di Jo, 1861: Washington, National Gallery) ricevette consensi nel 1863 al Salon des Refusés, accanto al Déjeuner sur l’herbe di Manet. Si tratta di un primo e raffinato studio del rapporto tra i toni, bianco su bianco, che giustifica il titolo di Sinfonia in bianco n. 1 che Whistler in seguito diede al dipinto. A Londra la fama del pittore crebbe, e insieme si moltiplicarono gli avversari della sua pittura. A causa del processo contro Ruskin (1877), Whistler fu ammesso solo con reticenza nei circoli ufficiali. Proprio a Londra aveva dato inizio alla serie di acqueforti sul Tamigi (pubblicate nel 1871) e aveva ritratto la città di Londra nelle diverse e raffinate vedute del vecchio ponte di Battersea, che rappresentò in varie gamme di colore: Notturno in blu e argento: Chelsea, 1871; Notturno in blu e oro: Vecchio Ponte di Battersea, 1872-73 (entrambi a Londra, Tate), e un altro del 1875 (Detroit, Institute of Arts). Queste visioni effimere, di estrema raffinatezza, gli erano state suggerite dall’arte giapponese, di cui era fervido ammiratore. Molte sue tele degli anni Sessanta contengono riferimenti all’Estremo Oriente; il Paravento dorato, la Principessa nel paese della porcellana (1863-64: Washington, Freer Gallery). Dopo il 1870 Whistler si dedicò in ispecie al ritratto, con Composizione in grigio e nero n. 1, ritratto della madre dell’artista (1871: Parigi, Musée d'Orsay) e Composizione in grigio e nero n. 2, ritratto di Carlyle (1872-73: Glasgow, Art Gallery). Le sue opere avranno tutte, da allora, sottotitoli musicali. Una nuova serie di incisioni, la Venice Set (1880), conferma la dissoluzione dei contorni e la ricerca degli effetti atmosferici in particolare nel ritrarre il profilo di un palazzo veneziano che si riflette nel canale. Dopo il 1880 difende, in conferenze e scritti, le sue posizioni artistiche. In Francia ha l’appoggio di Huysmans, dei Goncourt, di Gustave Geffroy e di Mallarmé, che ne traduce l’opuscolo Ten o’ Clock. La sua pittura viene ufficialmente consacrata da incarichi pubblici come la decorazione della galleria delle porcellane di F. R. Leyland oggi a Washington, Freer Gallery (La stanza dei pavoni, 1876-77). Ritrattista raffinato, interpreta l’arte giapponese semplificando le linee e giocando virtuosisticamente sull’accordo armonioso delle tinte neutre. Anche nell’incisione ad acquaforte l’accordo dei toni si rivela fondamentale nello studio delle luci smorzate e degli effetti di nebbia. Whistler ha contribuito in modo notevole all’affermazione di un diverso significato del realismo che nei salons del sec. XIX era interpretato riduttivamente in senso didascalico e fotografico. La sua ricerca sposta l’attenzione dal soggetto all’armonia dei toni elaborando in pittura le ricerche coeve della musica e della poesia, secondo una concezione che ricorda le ricerche sull’opera d’arte totale. Le raccolte di Washington (Freer Gall.: ca. 70 dipinti, e acquerelli, pastelli, disegni, gran parte delle incisioni e litografie) e dell’Università di Glasgow (Birnie Philip Bequest) consentono di studiarne l’opera sotto ogni aspetto; molti capolavori sono conservati in diversi musei occidentali (in particolare New York, coll. Frick; Cambridge, Mass., Fogg Museum; Londra, Tate; Parigi, Musée d'Orsay e Bibliothèque Nationale sezione stampe).
(fonte: Sabine Cotté et al. in Storia dell'Arte Einaudi)
Studiò all'accademia militare di West Point, e iniziò la sua carriera artistica nel 1855, quando arrivò a Parigi e si immerse nella vita bohémienne del Quartiere Latino (Autoritratto, 1857-58, Washington, Freer Gallery). La pittura francese viveva allora un periodo di grande vitalità che coincideva con la fioritura del realismo (F. Bonvin, G. Courbet ed E. Manet) e con un nuovo interesse per la pittura spagnola che in quegli anni significò accentuazione dei valori pittorici. L'entusiasmo per Velàzquez fece maturare lo stile del giovane Whistler (Al piano, 1858, Cincinnati, Art Museum); rifiutato al Salon parigino del 1859, egli si trasferì l'anno successivo a Londra, dove il suo realismo andò gradualmente attenuandosi e le sue figure femminili iniziarono a riflettere l'influenza dei preraffaelliti (Sinfonia in bianco n. 1, 1862, Washington, National Gallery). Negli anni Sessanta Whistler, intellettuale cosmopolita, dandy, mondano e schivo nel contempo, visse tra Londra e Parigi esponendo alla Royal Academy o al Salon des Refusés lavori che andarono configurandosi come una sintesi originale di preraffaellismo, con riferimenti a J.-A.-D. Ingres (Sinfonia in bianco n. 2: la piccola ragazza in bianco, 1864, Londra, Tate Gallery), e pittura giapponese. Nel 1866 partì per il Cile dove maturò il suo interesse per la pittura di paesaggio: dalla Sinfonia in grigio e verde: l'oceano (1866-67, New York, Frick Collection) al famoso Notturno in nero e oro (1874, Detroit, Institute of Art), che provocò le aspre critiche di J. Ruskin, i suoi paesaggi rivelano quella mancanza di profondità prospettica che è caratteristica dell'arte giapponese. Nel 1867 Whistler cominciò a dare ai suoi quadri titoli musicali (modificò anche molti titoli di opere realizzate in precedenza) allo scopo di suggerire il modo in cui porsi di fronte ai suoi lavori, poemi intimi nei quali i colori venivano stesi in rapporto armonico fra loro. Il parallelo musica-pittura proseguì nei fertilissimi anni Settanta, quando i suoi paesaggi diventarono « Notturni » che evocavano luoghi reali trasformati dalla memoria individuale (Notturno in blu e oro: il vecchio ponte di Battersea, 1877, Londra, Tate Gallery), e i suoi ritratti diventarono « Arrangiamenti » che indagavano le misteriose relazioni intercorrenti tra il modello e l'ambiente (Arrangiamento in grigio e nero n. 1: la madre dell'artista, 1871, Parigi, Louvre; Arrangiamento in grigio e nero n. 2: Thomas Charlyle, 1891, Glasgow, Art Galleries and Museum).
(fonte: Enciclopedia Europea Garzanti)