Jongkind, Johan Barthold

Johan Barthold Jongkind.png
Cognome: 
Jongkind
Nome: 
Johan Barthold
Luogo di nascita: 
Latdorp (Overijsel)
Data di nascita: 
1819
Luogo di morte: 
Grenoble
Data di morte: 
1891
Nazionalità: 
Olandese
Biografia: 

 

Johan Barthold Jongkind trascorse l’infanzia a Vlaardingen; benché destinato alla carriera notarile, l’amore per il disegno lo decise a seguire la carriera artistica. Si recò all’Aja nel 1837, seguendo l’insegnamento del paesaggista Andreas Schelfhout. Dal 1838 al 1842 praticò assiduamente il disegno a Massluis e all’Aja, ottenendo nel 1843 una borsa di cui beneficiò per dieci anni. Conobbe Eugène Isabey all’Aja (1845) e l’anno seguente frequentò a Parigi il suo studio e quello di Picot. Fino al 1855 si ispirò soprattutto alla città di Parigi – numerose vedute dei lungosenna, come l’Estacade (1853: Angers, Musée des Beaux Arts) e il Quai d’Orsay (1852: Bagnèresde- Bigorre, Museo Saliès) – ed ai porti della Normandia (Honfleur, Fécamp, Le Havre, Etretat), dove soggiornò dal 1849; gli acquerelli e i quadri lo rivelano in possesso di uno stile compiuto, in cui il Musée d'Orsaytivo ha il ruolo importante della tradizione del paesaggio olandese (Etretat, 1851: Parigi, Musée d'Orsay). Lo scacco subito all’esposizione universale del 1855 lo indusse a tornare in Olanda, ove risiedette (a Rotterdam, Klaaswall, Overschie) fino al 1860. Ma rimpiangeva Parigi; sollecitato dagli amici (Cals, il conte Doria, che paventavano le conseguenze della sua intemperanza), vi ritornò. Incontrò allora una compatriota, la signora Fesser, cui da allora consacrò la propria devozione. Dal 1862 al 1866 risiedette, d’estate, in Normandia. Nel 1862 eseguí le prime acqueforti, Sei vedute olandesi (lascerà ventisette lastre incise), e l’anno successivo partecipò al Salon des refusés (Rovine del castello di Rosemont, 1861: Parigi, Musée d'Orsay). Nel 1864 incontrò Monet a Honfleur, dove i due lavorarono insieme. Dopo il 1860 la sua fattura si alleggerisce, il tocco si frammenta, suddividendo spontaneamente i toni per suggerire la vibrazione della luce (Effetto di luna sull’estuario,1867: coll. priv.). Durante i numerosi spostamenti (Belgio, Olanda, Normandia, e nel Nivernese), praticò soprattutto l’acquerello, spesso come studio per un quadro, poi, sempre piú, fine a se stesso (Le Havre, spiaggia di Sainte-Adresse,1863: Parigi, Musée d'Orsay). Frequentò il Delfinato a partire dal 1873, stabilendosi nel 1878 a La Côte-Saint-André (Isère) città natale di Berlioz; nel 1880 viaggiò nei Mezzogiorno della Francia (Marsiglia, Narbona, La Ciotat) e dal 1881 al 1891 tornò, d’inverno, a lavorare a Parigi. L’acquerello divenne ormai la sua tecnica preferita; con tratto sicuro, suggerendo rapidamente e con intensa verità il luogo e il momento, la chiazza di fluido colore, che sfrutta molto i bianchi, aggiunge una dimensione complementare; si espande liberamente, senza preliminare sostegno grafico, utilizzando una gamma ridotta dove predominano i gialli e gli ocra (Paesaggio di neve nel Delfinato,1885: coll. priv.). L’arte di Jongkind è dovuta alla freschezza d’una visione materializzata da una matita e da un pennello di estrema sottigliezza; soprattutto forse per questo atteggiamento rispetto alla natura è precursore degli impressionisti. Alla fine della sua vita, l’abuso di alcool lo condusse alla follia; morí in manicomio a Grenoble e fu sepolto a La Côte-Saint-André. È rappresentato in particolare in musei olandesi (Amsterdam, Rijksmuseum; Rotterdam, Museum Boijmans ven Beuningen; L’Aja, Gemeentemuseum), francesi (Parigi, Musée d'Orsay e Petit-Palais; Grenoble; Aix-les-Bains; Reims) e in collezioni private.

(fonte: Marcel-André Stalter in Storia dell’arte Einaudi)