Vertunni, Achille
Achille Vertunni, pittore, nato a Napoli il 27 marzo 1826, morto a Roma il 20 giugno 1897, studiò all'Accademia napoletana dapprima col Fergola, poi col Bonolis. Partecipò con ardente patriottismo ai moti politici del '48 e a stento sfuggì alla fucilazione. Aveva esordito con quadri storici: L'incontro del Tasso con Marco Sciarra, Manfredi fuggiasco dopo la presa di S. Germano, secondo il gusto del tempo, ma già l'arte a Napoli, col Palizzi e il gruppo dei giovani che con a capo Giacinto Gigante formarono la scuola di Posillipo, esprimeva un nuovo sentimento del paesaggio. A questi si unì il Vertunni, sensibile alla poesia e alla bellezza della natura. Il trapasso non fu immediato e la sua arte attraversò la fase del cosiddetto paesaggio storico, fusione del quadro di storia col quadro di paese. La sua Pia dei Tolomei è la migliore espressione di quest'accordo, nella suggestiva rispondenza fra il soggetto e la desolata malinconia della palude maremmana. Ma fu a Roma, dove si era trasferito nel 1857, davanti allo spettacolo superbo della Campagna Romana che il Vertunni sentì il compiuto valore del paesaggio, e da allora vi si dedicò quasi esclusivamente, esprimendo la sua commozione in numerosi quadri dove l'arditezza di luce e di colore si unisce alla freschezza dell'esecuzione, al profondo sentimento poetico. L'Agro Romano, desolato, selvaggio, solenne, malinconico, trovò nel Vertunni il suo più appassionato rivelatore. Sue opere sono conservate nella Galleria nazionale d'arte moderna a Roma.
Bibliografia:
- B. Odescalchi, Ricordi artistici, Roma 1875, p. 77.
- Emporium, XXXVI, agosto 1912, p. 123; XL, sett. 1914, p. 210.
- L. Bénédite, Storia della pittura ital. del sec. XIX, Milano 1915, p. 592.
- Somaré, Storia dei pittori italiani dell'800, ivi 1928, II, bibl. p. 507.
- A. M. Comanducci, I pittori italiani dell'Ottocento, ivi 1934.
(fonte: Palma Bucarelli in Enciclopedia Italiana Treccani, 1937)