Veduta di Castiglioncello
Note storico critiche:
Il paesaggio raffigura la tenuta di Diego Martelli a Castiglioncello che Abbati frequenta fin dal 1863; questa tavola dall'ardito taglio orizzontale può inserirsi tra i primi studi compiuti dall'artista in quei luoghi. Sono gli anni in cui egli affianca ai dipinti di interni e di chiostri fiorentini le vedute all'aperto, nella campagna di Piagentina e nell'oasi felice di Castiglioncello. L'inquadratura è affine a quella di Carro rosso a Castiglioncello di Borrani, probabilmente successivo (1867), ma la visione di Abbati è più essenziale e la sintesi dei volumi non sminuisce, anzi esalta, la qualità dei valori tonali, e l'uso della pittura di macchia corrisponde a un'attenta indagine dei rapporti luminosi, svelando con stringati ma preziosi vocaboli, la poesia del sito selvaggio, incontaminato, che diviene, dal 1862, la meta frequente di Sernesi, Borrani, Signorini, Fattori e, sporadicamente, di Zandomeneghi e Lega. Il taglio orizzontale, qui particolarmente stretto rimanda alle predelle quattrocentesche con uno svolgimento analogico della purezza di quegli antichi maestri. L'opera appartiene al nucleo dei dipinti del legato Martelli, donato al Comune di Firenze e pervenuto nella sede attuale dopo essere stato in deposito all'Accademia dal 1912 al 1924.
(fonte: http://www.catalogo.beniculturali.it)