Una via a Volpedo (Strada nuova a Volpedo)
Commento:
Già nella collezione C. Malaspina (Roma), dove si trovava dal 1903, fu pubblicato nel 1969 negli Archivi del Divisionismo (1969, II , p. 100, 1332/V. 211, tav. p. 265*) e ricomparve sul mercato antiquario romano nel 1982.
Il dipinto fa parte di un gruppo di opere del pittore dedicate ad angoli e luoghi della sua terra. In una lettera del 1902, ad Angelo Morbelli, Pellizza afferma: "I luoghi che attorniano la mia casa ed il mio paese li ho già abbastanza sfruttati" (in ibidem, I, p. 231). Tuttavia egli continuò a visitare questi posti almeno fino al 1904-1905; il 1904 è l'anno del quadro Vecchio mulino a Volpedo (ibidem, II, p. 102, 1356N. 240, tav. p. 270) e della tela Strada di Pontecastello (ibidem, p. 102, 1336N. 241, tav. p. 265), "tutti saldamente strutturati e in cui ricompare nei primi piani a segnare la profondità una zona d'ombra, quasi in ripresa di suggestioni giovanili" (Scotti, 1980, p. 102). Infatti, già nell'opera Piazza di Volpedo del 1889 (Arch. Div. 1969, II, p. 89, 1172/V. 19, tav. p. 234), il pittore aveva usato la tecnica della zona d'ombra in primo piano, prodotta da case fuori campo.
Il quadro della collezione Grieco, che rappresenta "la strada che costeggia palazzo Malaspina a Volpedo col sovrapasso che mette in comunicazione il palazzo col suo giardino" (Scotti, 1986, p. 424; cfr. anche il disegno Il sottopasso Malaspina, in ibidem, n. 1125), è immerso in una quiete e in un silenzio quasi surreali. Nell'ora calda di una bella giornata estiva il tempo sembra essersi fermato per un attimo. Il paesaggio, senza l'aggiunta della figura umana, costituisce un momento di transizione a una nuova poetica, sintetizzata da Pellizza con queste parole: " In seguito sarò più che altro un paesista. Fontanesi m'aiuta a trovar me stesso; che altro non sono se non un solitario amante della vergine natura selvaggia diffondentesi nella luce" (in Arch. Div., I, p. 234).
Mostre:
- Da Fattori a De Chirico. I capolavori della collezione Grieco della Pinacoteca di Bari, Cagliari, Galleria Comunale d’Arte, 8 luglio - 6 settembre 2010, pp. 62-63, n. 39 del catalogo.
Bibliografia:
- Archivi del Divisionismo, raccolti e ordinati da Teresa Fiori, saggio introduttivo di Fortunato Bellonzi, 2 voll., Roma 1968, II volume pag. 100, 1335/V. 212.
- Scotti Aurora, Pellizza da Volpedo, catalogo generale, Milano 1986, p. 424, n. 1124 (collocazione sconosciuta).
- Farese Sperken Christine, La collezione Grieco. 50 dipinti da Fattori a Morandi, Pinacoteca Provinciale di Bari, Bari 1987, p. 78, tav. p. 79.
- Farese Sperken Christine, in La Pinacoteca 2005, pp. 618-619, n. 39.
- Farese Sperken Christine, La Pinacoteca Provinciale di Bari. La donazione Grieco, con un’introduzione di Pina Belli D’Elia, riedizione a cura di Clara Gelao, Roma 2008, pp. 62-63, n. 39.
- Gelao Clara, Pinacoteca Provinciale. Bari, Roma 2008, p. 132.
- Da Fattori a De Chirico. I capolavori della collezione Grieco della Pinacoteca di Bari, catalogo della mostra (Cagliari, Galleria Comunale d’Arte, 8 luglio - 6 settembre 2010), testi di Christine Farese Sperken, con un’introduzione di Pina Belli D’Elia, riedizione e cura di Clara Gelao e Anna Maria Montaldo, Roma 2010, pp. 62-63, n. 39.
- Farese Sperken Christine, La pittura dell’Ottocento in Puglia, Bari 2015, fig. 219 p. 157.
(Christine Farese Sperken - http://www.pinacotecabari.it)