Schola cantorum

Giuseppe Abbati, Schola cantorum
Autore: 
Abbati, Giuseppe (1836-1868)
Titolo: 
Schola cantorum
Periodo: 
XIX secolo
Datazione: 
non datato (1861 - 1862)
Classificazione: 
Dipinto
Tecnica e materiali: 
Olio su tela
Dimensioni (altezza x larghezza in centimetri): 
87 x 68
Luogo di conservazione: 
Pinacoteca Civica Melozzo degli Ambrogi, Forlì (FC), Italia
Acquisizione: 
Donazione Giuseppe Pedriali, 1932

Descrizione:

In un interno, gruppo di giovani chirichetti si esercita nel canto, sotto la guida di un maestro.

Note storico critiche:

Questo dipinto è un esempio della migliore pittura di Giuseppe Abbati: figlio di un pittore di interni ed "internista" egli stesso, richiamò l'attenzione dei giovani pittori toscani su questo genere. La pittura di interni del resto è un genere tutt'altro che ignoto a Firenze nei decenni centrali del secolo, anche se la sua diffusione era avvenuta soprattutto attraverso canali francesi. Questo dipinto poi rappresenta l'espressione artistica della maturità di Abbati, una pittura "magrissima", laddove nell'ultimo periodo pare preferire gli impasti densi e corposi delle sue prime opere fiorentine (Viroli 1985). Leggerezza dovuta anche al fatto che si tratta di un bozzetto preparatorio per l'opera finale, identica nella composizione, ma più rifinita nei dettagli, già appartenuta alla Raccolta Emanuele Rosselli di Viareggio e poi venduta a Milano nel 1931 (Raccolta, 1931). Viroli ritiene perfettamente calzante a questo dipinto la descrizione di quello già Rosselli, offerta da Baldaccini (1947): "Un'opera impegnativa, sempre assegnabile a questo tempo (1861) è la "Schola Cantorum"; l'artista dipinge uun ambiente ecclesiastico, nel quale a un gruppo sparso di giovani chierichetti, in varie pose, sono istruiti al canto da un prelato seduto in poltrona. A fianco di questo un altro sacerdote ben nutrito assiste beatamente alla lezione. La naturalezza, l'espressione dei volti e la disposizione delle figure rendono spigliato e allegro l'insieme, che però porta al narrativo per gli accentuati e leziosi dettagli... la sua colorazione di alto tono sempre prevale e sebbene sia distribuita un po' troppo uniforme nelle pareti e nel pavimento, già osserviamo quei tentativi di rapporti bianchi e neri che saranno alla base dei suoi studi successivi nella ricerca del cromatismo atmosferico". Maltese (1954) propose riguardo al dipinto finale una lettura sociologica e lo spostamento della data al 1864: "Nel 1864 viene pubblicato il Sillabo e la questione romana è più che mai viva: s'intende come gli artisti reagissero a modo loro, con i loro quadri... Beppe Abbati dipinge "Schola Cantorum" (già Raccolta Rosselli)". Viroli preferisce datare l'opera agli anni 1861-1862.

Bibliografia:

  • P. D'Ancona, L'arte italiana testo atlante, Firenze, R. Bemporad & Figlio, 1931, p. 11.
  • R. Baldaccini, Contributi alla pittura italiana dell'800 Giuseppe Abbati, Firenze, Ed. Cya, 1947, pp. 32, 73.
  • G. Viroli, La Collezione Pedriali nella Pinacoteca Civica di Forlì, Forlì, Cassa di Risparmio di Forlì, 1985, pp. 42-43.

(fonte: http://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it)