Schiele, Egon
Egon Schiele, studia all’Accademia di belle arti di Vienna (1906-1909).
Nel 1907 incontra Gustav Klimt, che all’inizio lo influenza profondamente; fra i due artisti s’instaura comunque un rapporto di reciproca ammirazione.
Schiele espone nel 1908 a Klosterneuburg, poi nel 1909 a Vienna (Internationale Kunstschau).
Opera nel 1911 a Krumau, in Baviera, poi a Neulengbach; nel 1912 si stabilisce a Vienna.
Disegnatore estremamente dotato, esegue la maggior parte della sua opera a matita, ad acquerello e a guazzo. È autore inizialmente di paesaggi e ritratti improntati ai modi dello Jugendstil, ma sin dal 1909 se ne affranca l’originalità.
Schiele è ossessionato dal proprio volto (doppio e triplo autoritratto), e soprattutto dal corpo umano (doppio e triplo dei suoi modelli, spesso molto giovani), che rende con un tratto netto, nervoso, spezzato, delimitante superfici assottigliate e messo in risalto mediante colori stridenti (Uomo nudo seduto, 1910, penna e guazzo: Vienna, coll. priv.; Nudo a gambe divaricate, 1914, matita e guazzo: Vienna, Albertina).
L’accento è posto sulle zone sessuali, sui volti dalla maschera cadaverica, sulle dita stirate e divaricate, sulle posture degli amanti saldati l’uno all’altro da un ultimo spasimo (Autoritratto a dita divaricate, 1911: Vienna, Historisches Museum der Stadt; Coppia di amanti, 1913: coll. priv.).
Nell’universo di Schiele amore e morte sono strettamente legati. Alcune pose complicate sono tratte dagli scultori (Minne, Rodin), alcuni temi da Munch (la Madre morta I, 1910: Vienna, coll. priv.) e da van Gogh (I girasoli; la Camera dell’artista a Neulengbach, 1911: Vienna, Historisches Museum der Stadt), ma l’impaginazione bidimensionale e il tratto nel contempo gracile e teso, hanno un’efficacia estremamente personale. Il suo erotismo sferzante e provocatorio, che trasuda una solitudine disperata, valse all’artista tre settimane di prigione (marzo-aprile 1912), sanzione che lo colpì profondamente (Autoritratto da prigioniero, matita e acquerello, 1912: Vienna, Albertina).
Alcuni paesaggi presentano la stessa tensione arida dei nudi (Albero d’autunno, 1909: Darmstadt, Hessisches Landesmuseum), alcuni, di un realismo piú tranquillo, ricordano quelli di Hodler (i Quattro alberi, 1917: Vienna, Österreichische Galerie); non pochi, ispirati dalla vecchia città di Krumau, possiedono una struttura geometrica e colorata che preannuncia la poetica di Klee (Finestre, 1914: ivi; Paesaggio di Krumau, 1916: Linz, Neue Galerie der Stadt).
Sposatosi nel 1915, nel suo lavoro si avverte un riflesso di questa mutata situazione affettiva sotto forma di un erotismo piú dolce (Donna distesa II, 1917: Vienna, coll. priv.).
Incaricato per breve tempo della guardia dei prigionieri di guerra, poté continuare a dipingere nel suo studio viennese.
La sua fama crebbe dal 1912 in poi. Le sue ultime opere si accostano a quelle di Klimt per il senso di un piú ampio volume e il loro impegno verso una realtà meno tormentata (Ritratto di Gütersloh, 1918: Museo di Minneapolis; La famiglia, 1918: Vienna, Österreichische Galerie,).
Morì vittima, come la moglie, dell’epidemia di spagnola che colpi l’Europa nel 1918.
Figura fondamentale dell’espressionismo austriaco, tra Klimt e Kokoschka (i cui «ritratti psicologici», contemporanei ai suoi, rivelano minori crudeltà inquisitorie), Schiele testimonia nella sua arte il passaggio dell’armonia di un’arte monumentale alle dissonanze d’una linea piú espressiva. È ben rappresentato a Vienna (soprattutto Österreichische Galerie e Albertina).
(fonte: Marcel-André Stalter in Storia dell’arte Einaudi)
Egon Schiele - Pittore e disegnatore (Tulln sul Danubio, Austria Inferiore, 1890 - Vienna 1918). Personalità sensibile e inquieta, aderì alle regole formali della secessione viennese (grande fu l'influenza di G. Klimt), ma successivamente elaborò una personale linea figurativa, sciolta ed essenziale, la cui cifra stilistica è costituita da una secondarietà del colore rispetto al nero, dalle forme spezzate e da una acuta indagine sul corpo umano come approdo ai paesaggi interiori della psiche.
Vita e opere
Manifestata precocemente l'inclinazione per il disegno, studiò sotto la guida del paesaggista Biedermeier L. K. Strauch, poi, dal 1905, frequentò l'Accademia di Vienna. Fondamentale per l'evoluzione del suo personalissimo linguaggio furono la conoscenza (1907) di G. Klimt, l'abbandono dell'accademia e l'adesione con A. Faistauer alla Neukunstgruppe (1908) e, ancora, l'incontro con J. Hoffmann, che gli procurò alcuni incarichi per conto della Wiener Werkstätte. Temperamento anticonformista, di una sensibilità intensa e inquieta, pur aderendo alle regole formali della secessione viennese (Gerta Schiele, 1909, New York, Museum of modern art; Pruno con fucsie 1909-10, Darmstadt, Hessisches Landesmuseum), S. trovò nella linea marcata e violenta l'ossatura di composizioni rigorose e allo stesso tempo di grande libertà formale ed espressiva (Ritratto di Arthur Roessler, 1910, Vienna, Historisches Museum der Stadt; Nudo virile. Autoritratto, 1910, Vienna, Graphische Sammlung Albertina). Un presentimento di morte, una sessualità disinvolta, demistificante, percorrono i numerosi disegni e acquerelli (molti conservati nella Graphische Sammlung Albertina di Vienna) così come i suoi quadri, concepiti con colori aggressivi e puri, elaboratissimi nel loro peso cromatico (Agonia, 1912, Monaco, Staatsgalerie Moderner Kunst; Nudo femminile, 1914, Vienna, Graphische Sammlung Albertina; La morte e la fanciulla, 1915, Vienna, Österreichische Galerie). Nel 1915 fu chiamato alle armi e poco prima della fine della guerra morì di spagnola; negli ultimi dipinti il suo linguaggio graffiante ed angosciato tende talvolta ad attenuarsi in toni più distesi, rivelando un senso di calda partecipazione emotiva (Edith Schiele, 1915, L'Aia, Geementemuseum; Vienna, Österreichisches Galerie: Famiglia, 1917; Hugo Koller, 1918).
(fonte: Enciclopedia Treccani Online)