Sargent, John Singer

John Singer Sargent, Autoritratto, 1906, Firenze, Galleria degli Uffizi
Cognome: 
Sargent
Nome: 
John Singer
Luogo di nascita: 
Firenze
Data di nascita: 
1856
Luogo di morte: 
Londra
Data di morte: 
1925
Nazionalità: 
Statunitense
Biografia: 

 

John Singer Sargent, nato a Firenze da una famiglia americana, studiò a Parigi con Auguste Carolus-Duran intorno alla metà degli anni Settanta, seguendo il percorso di altri suoi contemporanei espatriati come Mary Cassatt e Whistler che elessero l’Europa e in particolare Parigi loro patria d’adozione culturale. Durante i suoi viaggi, dall’Italia, a Parigi alla Spagna (1879), che lo portarono a contatto con la tradizione pittorica europea, ebbe modo di studiare i dipinti dei maestri antichi, e in particolare, venendo incontro al gusto della raffinata società benestante degli americani stabilitisi a Parigi, i ritratti di Velázquez, Frans Hals e la pittura fiamminga. Lui stesso si definiva «un americano nato in Italia, educato in Francia, che sembra un tedesco, parla come un inglese e dipinge come uno spagnolo»; l’elegante cromatismo debitore di Velázquez e la sottile psicologia dei personaggi che caratterizzano i suoi ritratti, sono ben espressi nel dipinto esposto al Salon del 1883 Le figlie di Edward Darley Boit (1882: Boston, Museum of Fine Arts), rispecchiando un tipo di gusto che trova uno dei massimi interpreti nel raffinato romanziere americano Henry James. Alla citazione dello specchio di Las meninas si mescola la lezione di Degas nel taglio spaziale obliquo, giungendo a fare di un dipinto «intimista » un’opera dal fascino misterioso che James commentò entusiasticamente per «il senso che ci dà di segreti assimilati». Il grande pubblico si accostò alla sua opera a causa dello scandalo provocato dal cosiddetto Ritratto di Madame X (Virginie Avegno Guatreau; New York, Metropolitan Museum of Art) esposto al Salon del 1884, che mescolava esplicite citazioni dalla pittura classica e rinascimentale all’esibizione del fascino femminile. Trasferitosi a Londra (1885) a seguito della reazione negativa della critica frequentò l’ambiente dei pittori americani legato a Whistler; il suo stile introspettivo e il virtuosismo coloristico affascinarono il pubblico londinese; aveva esposto nel 1882 alla Royal Academy e nel 1897 venne accolto tra i membri dell’istituzione. La particolarità dei dipinti di Sargent è da individuare nella capacità di far coesistere l’immagine ritratta con lo spazio, nella sua «messa in scena» che crea una cornice essenziale alla definizione della persona ampliandone i sottili risvolti psicologici; il pittore restituisce cosi allo stesso tempo il fedele ritratto di un ambiente (ad esempio gli enormi vasi cinesi che inquadrano Le figlie di Darley Boit) e la fisionomia rassomigliante dei personaggi ritratti in una momentanea posa o espressione, come in uno scatto fotografico. È forse per queste sue capacità virtuosistiche che Sargent fu apprezzato da James che riscontrò nella sua pittura un’«analogia... completa» con la sua opera di romanziere; del resto il rapporto tra i due sarà reciproco tanto che Sargent definì il suo credo artistico riallacciandosi allo stile di James «Io non giudico, faccio solo una cronaca». Ancora alla letteratura è legato un altro dei suoi piú riusciti ritratti, quello di Stevenson e sua moglie (1885). Dal 1910 il pittore dipinse alcuni paesaggi e nel periodo della prima guerra mondiale licenziò dipinti di genere (Londra, Imperial War Museum).

(fonte: Serenella Rolfi in Storia dell'Arte Einaudi)