Rousseau, Henri

Robert Delaunay, Ritratto del Doganiere Rousseau, 1913-14, olio su tela, 72,5 x 60, Parigi, Centre Pompidou - MNAM,  inv. n. AM2633P
Cognome: 
Rousseau
Nome: 
Henri
Alias: 
il Doganiere
Luogo di nascita: 
Laval
Data di nascita: 
1844
Luogo di morte: 
Parigi
Data di morte: 
1910
Nazionalità: 
Francese
Biografia: 

 

Ritratto del Doganiere Rousseau, foto di Pablo PicassoHenri Rousseau, detto il Doganiere, quarto figlio di un lattoniere di Laval, ottiene al liceo, nel 1860, un premio di disegno e uno di musica. S’impiega presso un procuratore di Angers; condannato a un mese di prigione per abuso di fiducia, per evitare lo scandalo firma un arruolamento volontario nell’esercito (partecipa per pochi mesi, al conflitto con la Prussia del 1870).
Viene assunto come commesso di seconda classe al dazio di Parigi nel 1878; pittore dilettante, Rousseau nel 1884 ottiene l’autorizzazione per lavorare come copista ai Musées nationaux.

Nel 1886, presentato da Signac, espone al secondo Salon des Indépendants, manifestazione a cui partecipa con regolarità, tranne che nel 1899 e nel 1900. Riporta una forte impressione dalla visita all’Esposizione Universale del 1889, che ne stimola il gusto per l’esotico.
Nel 1893 lascia il dazio per potersi dedicare completamente alla pittura. Il dipinto esposto agli Indépendants nel 1894, La guerra (Cavalcata della discordia) (Parigi, Musée d'Orsay), ne rivela l’originalissima maniera da primitivo moderno.
Un suo concittadino di Laval, Alfred Jarry, gli fa conoscere Rèmy de Gourmont, che pubblica nella sua rivista «L’Ymagier», nel 1895, la litografia del quadro, che secondo l’opinione espressa dal pittore e litografo L. Roy sul «Mercure de France» è superiore a tutti quelli esposti al Salon del ‘94.
Nel 1897 espone agli Indépendants la celebre Zingara addormentata (New York, Museum of Modern Art), ispirata a un’opera di Gérome, dipinto che esemplifica ciò che egli intende per realismo.
Intorno al 1900 suona nell’orchestra dell’Amicale del V arrondissement; per vivere dà lezioni di pittura e di musica: Il suo primo soggetto esotico, Esploratori attaccati da una tigre (Merion, Barnes Foundation), viene esposto agli Indépendants nel 1904.
L’anno successivo viene ammesso al Salon d’Automne, nella sala dei fauves, ove presenta il Leone affamato (Giungla con antilope assalita da un leone) (Svizzera, collezione privata) da collocare tra le prime «giungle» e che rivela come, nel periodo iniziale del suo esotismo, Rousseau sia ancora in parte condizionato dalla resa in profondità dello spazio.
Da allora Rousseau acquisì una discreta notorietà; Jarry gli fa conoscere Apollinaire e questi gli presenta Robert Delaunay. La madre di quest’ultimo gli commissiona l’Incantatrice di serpenti (Parigi, Musée d'Orsay), esposta al Salon d’Automne del 1907, opera capitale di Rousseau in cui lo spunto esotico approda a una dimensione fantastica, segnata da originali e feconde soluzioni di spazio e di luce.
Le continue difficoltà finanziarie lo spingono a prendere parte a un raggiro ai danni della Banque de France, per il quale, in quello stesso 1907, viene imprigionato.
Nel 1908 Apollinaire scrive di lui sulla «Revue des lettres et des arts»; Wilhelm Uhde, che nel 1911 scriverà la sua biografia, gli organizza una personale a Parigi – l’unica, vivente Rousseau – presso un venditore di mobili. In suo onore Picasso nel 1908 offrì un banchetto, rimasto famoso, nel suo studio del Bateau-Lavoir. Lo stesso Rousseau teneva nel suo studio serate «musicali e familiari», con melodie di sua composizione. D’altro canto, nel 1904, aveva pubblicato il valzer Clémence, in memoria della seconda moglie. Tutto ciò è il riflesso di una migliorata situazione economica: le vendite dei suoi quadri sono abbastanza regolari, soprattutto grazie a Vollard e Brummer.
Agli Indépendants del 1909 espone La musa ispirante il poeta (Basilea, Kunstmuseum) in cui sono raffigurati Apollinaire e Marie Laurencin.

Nonostante il crescente successo artistico, una difficile vita privata rende infelici i suoi ultimi giorni. Nel 1910 muore solitario all’ospedale di Necker. L’anno successivo i suoi amici Delaunay e il formatore Queval sosterranno le spese per acquistargli una tomba. Per la lapide Apollinaire scrisse una celebre poesia che, piú tardi, Brancusi incise sulla pietra.

Il Douanier Rousseau, ritratto fotograficoMolti aspetti della vita di Rousseau restano enigmatici; pieno d’immaginazione, scaltro nella sua ingenuità, l’artista non si preoccupò di smentire le numerose leggende, talune del tutto prive di fondamento, costruite intorno al suo personaggio dai suoi amici scrittori.
Molte delle sue opere precedenti il 1900 sono andate perdute.
Conobbe, tramite l’amico Clément, pittore del salon, i maestri ufficiali per i quali non nascondeva la sua profonda ammirazione: Cabanel, Bouguereau, Gérome. Parlando di se stesso si definisce «uno dei nostri migliori pittori realisti ». L’uso del termine realista va notato.
Benché l’amicizia di Jarry lo avesse introdotto negli ambienti d’avanguardia, benché avesse attirato l’attenzione di Gauguin e di Degas, e piú tardi di Picasso e Delaunay, Rousseau si sente lontano dalle tendenze impressioniste e moderne. Ammirava Ingres e gli schizzi da lui lasciati sono di un linguaggio piuttosto diverso, e piú classico, rispetto alle sue composizioni. A partire da queste contrastanti premesse egli sviluppa un linguaggio di assoluta originalità, naïf per lo spirito e la sensibilità, ma assai meditato nella tecnica.

Si possono distinguere varie tematiche nella sua produzione: anzitutto ritratti e scene di vita popolare come alcuni autoritratti (1888-90: Praga, Národní galerie), il Matrimonio in campagna (1905: Parigi, Orangerie, coll. Walter Guillaume) e il Ritratto di Loti (Zurigo, Kunsthaus).
Una seconda serie, quella dei paesaggi parigini, mostra i dintorni della Senna e le strade di periferia, con piccoll personaggi, gente che passeggia, pescatori con la lenza: Una sera di carnevale (1886: Philadelphia, Museum of Art), Passeggiata nella foresta (tra il 1886 e il 1890: Zurigo, Kunsthaus), Veduta del parco di Mont Souris (1895: Parigi, collezione privata), Bois de Boulogne (1898: già coll. H. Siemens).
Vanno poi ricordate scene collettive patriottiche (il Centenario dell’Indipendenza, 1892: Düsseldorf, coll. Vommel) altre di soggetto militare (gli Artiglieri: 1893 ca.: New York, Guggenheim Museum; i Rappresentanti delle Potenze straniere vengono a salutare la Repubblica in segno di pace, esposto nel 1907: Parigi, Museo Picasso) o sportivo (Giocatori di pallone, 1908: New York, Guggheneim Museum).
Uno spirito simbolico si sviluppa ancor piú in scene pressoché fantastiche come nel Sogno (1910: New York, Museum of Modern Art).
Il filone piú conosciuto è quello dei soggetti esotici che Rousseau sviluppa in grandi formati alla fine della sua vita, e che gli procurano incarichi e successo: il Pasto del leone (1907: New York, Metropolitan Museum of Art), i Fenicotteri (1907: New York, coll. Ch. S. Payson), Negro attaccato da un giaguaro (1909: Basilea, Kunstmuseum), le Scimmie nella foresta vergine (1910: New York, Metropolitan Museum of Art), la Cascata (1910: Chicago, Art Institute).

La sua tecnica è caratterizzata dalle campiture nette con cui egli delinea le forme, che indica una reazione, parallela a quella di Gauguin, alla pittura impressionista, e con una sottigliezza di colori, insieme franchi e delicatamente modulati, che lo accosta ai primitivi del sec. XV, cosí come alla corrente di pittori popolari e anonimi che lo hanno preceduto, e tra i quali egli è il primo ad affermare una potente personalità. Sensibili al fascino della sua pittura saranno i surrealisti e la sua influenza si riflette nelle suggestioni primitive e naïf che hanno arricchito talune correnti del nostro secolo.

(fonte: Storia dell'Arte Einaudi)