Ribot, Théodule Augustin
Ribot, Théodule Augustin (Saint-Nicolas-d’Attez (Eure) 1823 - Colombes 1891), nel 1844 entrò nello studio di Glaize, ma subí soprattutto l’influsso della pittura spagnola, Ribera, del quale si avverte chiaramente soprattutto nei quadri religiosi, dipinti a forti contrasti di chiari e di scuri (San Sebastiano martire, 1865: Parigi, Musée d'Orsay) e (Il buon Samaritano, 1870 circa, Pau, Musée des Beaux-Arts) e Velázquez (Fanciulla col cane, 1865: Reims, Musée des Beaux-Arts).
In seguito trasse esempi dalla pittura olandese di genere del XVII secolo (La rammendatrice: Parigi, Musée du Louvre) o maestri come Rembrandt (Ritratto di mia figlia, 1885 ca.: Reims, Musée des Beaux-Arts).
Ma, per l’intelligente comprensione dei suoi modelli e la maestria dell’esecuzione, superò il pastiche, conferendo alla sua opera carattere originale.
Ha lasciato moltissime scene di genere, cucine, nature morte, in cui con grande ricchezza d’impasto, seppe giocare coi contrasti d’ombra e di luce.
Questo sapiente uso dei «neri» si ritrova nei disegni e in alcune acqueforti.