Mattino di maggio
Provenienza:
- Collezione Mario Maria Martini (1920).
- Collezione Arcangeli, Varese.
- Collezione Mario Borgiotti, Milano.
- Emilio Gagliardini, Como.
- Collezione privata.
- Collezione Fondazione C.R. Tortona.
Mostre:
- Società Promotrice di Belle Arti. LIII Esposizione, Torino Società Promotrice di Belle Arti, 1904, n. 170.
- Exposition du Congrès des Beaux-Arts, Angers, 1905, n. 71.
- LXXVI Esposizione Internazionale di Belle Arti della Società Amatori e Cultori di Belle Arti in Roma. Anno 1906. Catalogo, Roma Società Amatori e Cultori di Belle Arti, 1906, p. 8, sala C, n. 47.
- Mostra individuale di G. Pellizza da Volpedo, Milano Galleria Pesaro, gennaio - febbraio 1920, p. 13, n. 13.
- 50 anni d’arte a Milano. Dal Divisionismo ad oggi, Milano Palazzo della Permanente, 31 gennaio - 15 marzo 1959, p. 13, n. 9, tav. IV, riprodotto.
- In cammino con l’Ottocento italiano, Milano Galleria S.Ambrogio, 11-30 gennaio 1968, n. 40, riprodotto.
- Mostra del Divisionismo italiano, Milano Palazzo della Permanente, marzo - aprile 1970, p. 102, n. 68.
- Il paesaggio nell’arte del nostro Ottocento pittorico, Milano Galleria S.Ambrogio, 20 ottobre - 12 novembre 1970, n. 41, tav. IV (Paesaggio al molinetto).
Bibliografia:
- J. Bocchialini in “Il Momento”, 11 maggio 1904.
- s.a., in “L’Arena”, 17 maggio 1904.
- R. N. Raimbault, Le Salon du Congrès d’Angers, in “Tendences Nouvelles”, n. 11, 1905.
- G. Stiavelli, All’Esposizione di Belle Arti di Roma, in “Domani”, 9 giugno 1906.
- S. Zelaschi, Un esaltatore della libertà. Pellizza da Volpedo, in “Emporium”, Vol. LI, n. 301, gennaio 1920, p. 44 riprodotto (Mattino di primavera).
- F. Sapori, Giuseppe Pellizza, Torino, 1920, riprodotto (Paesaggio al Molinetto).
- F. Bellonzi, T. Fiori, Archivi del Divisionismo, Roma 1969, vol. II, pp. 103-104, n. 1390, riprodotto, V. 269 (Paesaggio al Molinetto).
- A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei Pittori e Incisori Italiani Moderni e Contemporanei, Milano 1973, vol. IV, p. 2405, riprodotto (L’incanto del lago).
- A. Scotti (a cura di), Catalogo dei Manoscritti di Giuseppe Pellizza provenienti dalla donazione eredi Pellizza, Tortona 1974, pp. 106, 125, 137.
- A. Scotti, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il Quarto Stato, Milano 1976, p. 208, fig. 102, riprodotto.
- Bolaffi. Catalogo dell’arte italiana dell’Ottocento n. 12, Milano 1983, p. 271, riprodotto (Paesaggio al Molinetto).
- A. Scotti, Pellizza da Volpedo. Catalogo generale, Milano 1986, p. 443, n. 1185.
- B. Galvani, Riverberi socio-culturali nell’opera pittorica di Giuseppe Pellizza da Volpedo, Tortona 1996, p. 61, tav. 9 (con vecchie misure).
- AA. VV., Pellizza e la fotografia il fondo fotografico, Voghera 2007, p. 134, n. 221-221a, riprodotto p. 179, n. 221-221a.
- Il Divisionismo. Pinacoteca Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, Tortona 2012, pp. 26, 181, n. 65, pp. 74-77, 160, riprodotto.
- F. Caroli, a cura di, il Divisionismo. Pinacoteca Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, Electa, Milano 2015, pp. 124-127, riprodotto, n. 44, p. 222 e riprodotto.
Note critiche:
Intorno all’inizio del Novecento, reduce dalla totalizzante esperienza dell’esecuzione del Quarto Stato, apice della sua produzione artistica e massima espressione della tecnica divisionista e degli ideali socialisti, Giuseppe Pellizza sembra avere dei ripensamenti rispetto al ruolo dell’arte, discostandosi da contenuti politici e umanitari per ritornare a concentrarsi sulla natura. Gli anni a cavallo del nuovo secolo sono fondamentali per questa svolta, che si compie a partire da alcuni avvenimenti cruciali. Se la morte di Segantini nel 1899 spinge Pellizza a riavvicinarsi alle tematiche paesaggistiche – fino alla decisione di organizzare, nel 1906, un vero e proprio pellegrinaggio in Engadina nel tentativo di ricostituire quella strettissima relazione con la natura che il maestro di Arco aveva in quei luoghi a lungo vagheggiato – l’illuminante soggiorno a Parigi durante l’Esposizione Universale del 1900, dove può vedere da vicino Pomeriggio alla Grande Jatte di Seurat,manifesto della tecnica puntinista e del rapporto uomo-natura nella società moderna, scatena sicure riflessioni sull’utilizzo del colore diviso e sull’opportunità della scelta del soggetto. Infine la visita alla Biennale di Venezia del 1901, che dedicava una rassegna alla Scuola di Barbizon, è determinante per il nuovo orientamento versoil paesaggio puro, quella “campagna ricreatrice dello spirito” [1] che il volpedese ritrovava nei dintorni del suo paese natale e che era solito dipingere dal vero, una pratica, quella della pittura en plein air, per cui affermava di sentirsi nato [2]. “Decisamente sarò paesista” [3]– scrive entusiasticamente a Morbelli nel 1903 –“Alcuni piccoli paesaggi sono quelli che più soddisfano le mie aspirazioni di pittura […] Fontanesi m’aiuta a trovar me stesso; che altro non sono se un solitario amante della vergine natura selvaggia diffondentesi nella luce” [4] – annota ancora nel 1905 – chiarendo così il nuovo indirizzo della sua ricerca, combattuta fra la stretta aderenza al dato reale e luminoso, colto direttamente sul motivo, e la sperimentazione in chiave divisionista, che prevedeva una rielaborazione in studio conducendo di fatto a risultati opposti.
L’opera Mattino di maggio o Alberi e nubi è databile al 1903, periodo in cui Pellizza si allontana dai soggetti impegnati legati alla stretta attualità – che “invecchian nel volger di poco” [5]– per dedicarsi alla “natura semplice e schietta,fonte di sentimento e di poesia” [6]. La tela, originariamente quadrata così come appare nella riproduzione pubblicata dal Sapori nella monografia del 1920, dove è identificata con il titolo Paesaggio al Molinetto, viene poi privata di circa dieci centimetri nella parte inferiore, a sottrarre un’ampia fascia di terreno ed abbassare l’orizzonte. Il dipinto potrebbe corrispondere a quel “paesaggio mattinale” [7]che Pellizza segnala in fase di lavorazione in una notadel 20 maggio 1903, confermando l’impressione che si tratti di una veduta di campagna in primavera inoltrata, quando la vegetazione rigogliosa è nel pieno del suo splendore e il cielo mattutino è ancora annuvolato, carico della frescura dei temporali. Lo sguardo è attirato in profondità dai due alberi centrali agitati dal vento, incorniciati dai rami floridi che si dipartono dai tronchi in primo piano. La luce diffusa è resa da segni fitti, allungati e direzionati in senso orizzontale nel cielo, e da tocchi più rapidi, minuti e difformi nelle foglie che in esso trascolorano,distribuiti secondo le norme ormai padroneggiate di una tecnica divisionista che “va diventando sempre più facile e sbrigativa come occorre per poter tradurre gli effetti fugaci della natura veduti all’aria aperta” [8], e che sfrutta la mutevolezza di una stesura che “non dovrebbe essere né tutta a puntini né tutta a lineette, né tutta ad impasto; e nemmeno tutta liscia o tutta scabrosa; ma varia come sono le apparenze degli oggetti e della natura” [9].
Marina Scognamiglio
Bibliografia di riferimento:
- Mostra individuale di G. Pellizza da Volpedo, Galleria Pesaro, Milano, 1920.
- Sapori, Giuseppe Pellizza, Edizioni d’arte E.Celanza, Torino, 1920.
- Bernardi, Ottocento piemontese: scritti d’arte, Edizioni palatine di Renzo Pezzani, Torino, 1946.
- 50 anni d’arte a Milano dal divisionismo ad oggi, catalogo della mostra (Milano, Società per le belle arti ed Esposizione permanente, Palazzo sociale, 31 gennaio-15 marzo 1959),A. Vallardi, Ediz. della Permanente, Milano, 1959.
- Tea, Angelo Barabino, edito a cura della società “Pro Julia Dertona” per gli studi di storia, arte ed economia nel Tortonese, Tip. Colombi, Milano, 1961.
- G.Arlandi, La problematica di Pellizza da Volpedo, 1968.
- T. Fiori, F. Bellonzi, Archivi del Divisionismo, Officina Edizioni, Roma 1969.
- Mostra del Divisionismo Italiano, catalogo della mostra (Milano, Palazzo della Permanente, marzo-aprile 1970), Arti Grafiche E.Gualdoni, Milano, 1970.
- A.M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori, disegnatori e incisori italiani moderni e contemporanei, IV, L. Patuzzi, Milano, 1973.
- Scotti, a cura di, Catalogo dei manoscritti di Giuseppe Pellizza da Volpedo provenienti dalla donazione Eredi Pellizza, Tortona, 1974.
- Scotti, Giuseppe Pellizza a Parigi nel 1889, 1974.
- Scotti, a cura di, Il Quarto Stato, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Mazzotta, Milano, 1976.
- Bolaffi, Catalogo Bolaffi della pittura italiana dell’Ottocento, n. 12, Torino, 1983.
- Scotti, Pellizza da Volpedo: catalogo generale, Electa, Milano, 1986.
- Galvani, Riverberi socio-culturali nell’opera pittorica di Giuseppe Pellizza da Volpedo, Tortona, Associazione ex Allievi del Liceo Classico “Carlo Varese”, 1996.
- Scotti Tosini, a cura di, Giuseppe Pellizza da Volpedo, catalogo della mostra tenuta alla GAM di Torino nel 1999-2000, Hopefulmonster, Torino, 1999.
- Scotti, a cura di, Giuseppe Pellizza da Volpedo: Quarto Stato, Skira, Milano, 2000.
- Scotti Tosini, a cura di, Pellizza e i Grubicy: il carteggio di Giuseppe Pellizza da Volpedo con Vittore e Alberto Grubicy De Dragon, Edizioni Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, Tortona, 2006.
- Luce, controluce, iridescenze: Pellizza e gli amici divisionisti, mostra a cura di Aurora Scotti Tosini.
- (Volpedo e Tortona, 2 settembre-21 ottobre 2007), Edo, Tortona, Volpedo, 2007.
- Scotti Tosini, a cura di, Il colore dei divisionisti: tecnica e teoria, analisi e prospettive di ricerca: atti del Convegno internazionale di studio, Tortona e Volpedo, 30 settembre-1 ottobre 2005, Edizioni Fondazione Cassa di risparmio di Tortona, Associazione Pellizza da Volpedo, Tortona, 2007.
- Pellizza e la fotografia: il fondo fotografico, Edizioni Fondazione Cassa di risparmio di Tortona, Edo edizioni Oltrepo, Voghera, 2007.
Note:
[1] Lettera di G. Pellizza a A. Morbelli, [Volpedo, prima del 15 febbraio 1896], in T.Fiori, F.Bellonzi, Archivi del Divisionismo, Officina Edizioni, Roma 1969, vol.I, pag.185.
[2] “Quel plein air per cui mi sento nato” cit. G. Pellizzain lettera aA. Morbelli, Volpedo 12 maggio 1905, in T.Fiori, F.Bellonzi, 1969, op. cit., vol.I, pag. 238.
[3] Lettera di G. Pellizza a A. Morbelli, Volpedo 6 dicembre 1903, in T.Fiori, F.Bellonzi, 1969, op. cit., vol.I, pag. 234.
[4] Lettera di G. Pellizza a A. Morbelli, Volpedo 12 maggio 1905, in T.Fiori, F.Bellonzi, 1969, op. cit., vol.I, pag.238.
[5] Lettera Di G. PellizzaaA. Fradeletto, in Copialettere e minutari per l’anno 1903, 13 aprile, f.6, pag. 104, in A. Scotti, a cura di, Catalogo dei manoscritti di Giuseppe Pellizza da Volpedo provenienti dalla donazione Eredi Pellizza, Tortona, 1974, pag.104.
[6] Lettera di G. Pellizzaa Lipparini, in Copialettere e minutari per l’anno 1903, 6 gennaio, f.3, pag. 103, in A. Scotti, 1974, op. cit., pag.103.
[7] A. Scotti, 1974, op. cit., pag. 106.
[8] Lettera di G. Pellizza a A.Morbelli, Volpedo 21 ottobre 1902, in T.Fiori, F.Bellonzi, 1969,op. cit., vol.I, pag. 231.
[9] Lettera di G. Pellizza a A.M. Mucchi, Volpedo, 18 maggio 1898, in T.Fiori, F.Bellonzi, 1969, op. cit. vol.I, pag. 211
(fonte: Pinacoteca “il Divisionismo” Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona)