La zia Erminia

Adriano Cecioni, La zia Erminia
Autore: 
Cecioni, Adriano (1836-1886)
Titolo: 
La zia Erminia
Periodo: 
XIX secolo
Datazione: 
non datato (1867-1870)
Classificazione: 
Dipinto
Tecnica e materiali: 
Olio su tela
Dimensioni (altezza x larghezza in centimetri): 
36 x 25
Annotazioni: 
Firma (monogramma) in basso a destra: AC
Luogo di conservazione: 
MNMM - Museo Nazionale d’Arte Medioevale e Moderna, Arezzo, Italia
Acquisizione: 
Donazione M. Salmi, 1963
Identificativo: 
Codice ICCD 09 00222317

Notizie storico critiche:

Riferibile alla piena maturità dell'artista, il dipinto è significativo esempio del modo in cui la poetica figurativa dei macchiaioli si avvicinasse ai temi dell'intimità domestica, contrapposti allo sviluppo urbanistico e alle mutazioni sociali determinate dalla politica post-unitaria. Gli stessi protagonisti su cui si concentra la sensibilità dei pittori toscani, sono le donne di famiglia, il bimbo che impara a camminare, i ragazzi che giocano o si impegnano nei primi lavori, i contadini sullo sfondo della campagna; e, per descriverli, gli stessi artisti scelgono uno stile altrettanto domestico in quanto formato direttamente sui modelli "primitivi" della pittura toscana quattrocentesca (da Beato Angelico a Piero della Francesca) che allora venivano considerati esempi di fresco e intimo naturalismo. Nel ritratto della zia Erminia si nota infatti, non soltanto la celebrazione degli aspetti più esemplari del vivere, con l'accentuazione affettuosa dei caratteri "comici" del volto, ma soprattutto la solenne misura spaziale che, derivata dalle chiare astrazioni dell'arte rinascimentale, sortisce in questo caso effetti di serena ambientazione, impostata sul contrasto tra l'esterno in pieno sole e la frescura accogliente dell'interno nel quale la zia si riposa leggendo dal lavoro. Adriano Cecioni, come gran parte degli artisti toscani attivi intorno alla metà del secolo, dopo aver frequentato i corsi dell'Accademia di Belle Arti di Firenze, nel 1859 si arruolerà come volontario negli artiglieri toscani partecipando attivamente alle battaglie del Risorgimento italiano. Legato da una profonda amicizia col Signorini, il Cecioni, dopo essere stato a Napoli (1864), Parigi (1870) e a Londra (1872), visse prevalentemente a Firenze, dove oltre a dipingere, modellò diverse sculture tra le quali quella intitolata "La madre" che gli valse le lodi del Carducci.

(fonte: http://www.catalogo.beniculturali.it)