Interno di sagrestia con monaci
Note storico critiche:
Il dipinto, esposto alla rassegna braidense nel 1865, entrò a far parte delle collezioni con il titolo Il coro di Santa Maria Novella in Firenze. Durante la sua breve stagione artistica, il pittore concentrò la sua produzione sulla riproduzione di interni sacri e claustrali, come "La cappella di San tommaso d'Aquino" o "Il chiostro di Santa Croce". Rispetto ai pittori contemporanei - ai vedutisti Migliara, Bisi e Granet - le sue vedute d'interno non sono una riproduzione lenticolare dei luoghi da lui ritratti, ma si concentra sulle atmosfere, sulla sacralità del luogo, dettate da un sapiente gioco di luce (filtrata dalle vetrate) e colore. Del dipinto, l'Abbati eseguì diversi quadri molto affini a questo, tra cui citiamo il Monaco al coro del Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte di Napoli, ambientato nello stesso luogo di Santa Maria Novella: si riconoscono, infatti, i tipici stalli del coro e la base del leggio a forma di capitello.
(fonte: Accademia di Belle Arti di Brera)