Harpignies, Henri Joseph

Henri Joseph Harpignies [1901]
Cognome: 
Harpignies
Nome: 
Henry Joseph
Luogo di nascita: 
Valenciennes
Data di nascita: 
1819
Luogo di morte: 
Saint-Privé (Yonne)
Data di morte: 
1919
Nazionalità: 
Francese
Biografia: 

 

Henri HarpigniesHenri Joseph Harpignies, allievo di Achard, che gl’insegnò a dipingere dal vero, fu tra i paesaggisti piú fecondi del XIX secolo. I suoi soggetti preferiti furono i boschi (Anatole France lo soprannominò, esagerando, il «Michelangelo degli alberi») e la campagna. Non mutò le caratteristiche del suo stile per tutta la vita, malgrado i movimenti rivoluzionari del suo tempo. Le sue cose migliori sono i dipinti dal vero: vedute dell’Italia, dove effettuò lunghi soggiorni tra il 1850 e il 1854, della campagna francese nei dintorni di Saint-Privé (Yonne), dove si stabilí nel 1878 (Cour Chaillot,1886: Reims, Museo Saint-Denis), o della Costa Azzurra, spesso trattate ad acquerello con grande libertà d’esecuzione (Parigi, Louvre e Petit-Palais). Tuttavia, cedendo al successo ottenuto presso una clientela di amatori, dedicò larga parte della sua produzione a paesaggi «commerciali» elaborati in studio, nei quali la composizione artificiale, i toni piatti privi di risonanza e una luce falsa ottengono l’effetto di decorazioni teatrali (l’Alba,1890: conservato a Reims). Numerose sue opere sono conservate nei musei francesi, in particolare a Parigi (Louvre, Musée d'Orsay, Petit-Palais), Bordeaux, Douai, Grenoble, Lilla, Montpellier, Reims e Valenciennes.

(fonte Storia dell’Arte Einaudi)

 


 

Eduard Dubufe, Ritratto del pittore Henri Harpignies, 1867, Olio su tela, cm. 81 x 65, Versailles, Musée National du Château de VersaillesHenri Joseph Harpignies, nacque il 28 luglio 1819 a Valenciennes, muore il 28 agosto 1916 a Saint-Privé (Yonne). Cominciò molto tardi lo studio della pittura sotto la direzione del pittore Achard, con il quale lavorò molti anni. Nel 1850 si recò in Italia visitando Roma e Napoli. Esordì al Salon del 1853 con Veduta di Capri, Mulattiera; tra il 1855-57 dipinse animate scene infantili, concepite però con una certa meschineria (Si salvi chi può, 1857, Museo di Valenciennes); dipinse poi paesaggi delle rive della Loira e dell'Allier; nel 1859 lavorò nel Nivernese, eseguendo le prime opere importanti; nel 1863 riparti per l'Italia e vi si fermò due anni. Si trovava allora sotto l'influenza del Corot che lo dominò quasi per tutta la vita (Sera nella campagna romana, 1866; Marina di Sorrento, 1866, Museo di Douai; Il Colosseo, Salon 1878). Intorno al 1900 si allontana dal Corot dei paesaggi italiani, per accostarsi al Corot della città d'Avray. Dipinse di preferenza i paesaggi della Francia centrale. Dotato di una sensibilità finissima e duttile, ma privo di spirito creativo, risentì facilmente l'influsso altrui. Questa sua sensibilità gli concesse di dipingere opere di valore eccezionale, alcuni chiari e mirabili paesaggi eseguiti con impasti trasparenti; il Ponte del Museo di Nevers ne è un esempio tipico, ove si può vedere una passeggera influenza del Manet. Lo Harpignies eseguì anche bellissimi disegni di alberi, particolarmente celebri quelli presi nella foresta di Tronçais.

(fonte: Jacques Combe - Enciclopedia Italiana [1933])