Cross, Henri-Edmond
Henri-Edmond Delacroix, detto Cross (Douai 1856 - Saint-Clair (Var) 1910), allievo a Lilla del giovane Carolus-Duran (1866) e più tardi di A. Colas (1877), poi a Parigi del pittore accademico Dupont-Zipcy (1881-85), venne per breve tempo influenzato da Bonvin e Carolus-Duran (Le convalescent [Il convalescente], 1882-85: Douai, Musée de la Chartreuse). Partecipò nel 1884 alla fondazione degli Indépendants, esponendo Jardin de roses à Monaco [Giardino di rose a Monaco] (ivi), la cui atmosfera all’aperto, realistica, come le sue Blanchisseuses en Provence [Lavandaie in Provenza] (1885-89: Parigi, Musée des arts décoratifs), richiama l’opera di Manet e degli impressionisti italiani.
Amico dei neoimpressionisti, di cui condivideva le convinzioni anarchiche, adottò il divisionismo solo nel 1891, poco prima della morte di Seurat (Ritratto di Madame Cross: Parigi, Musée d'Orsay). Presso Le Barc de Boutteville (1892), all’hôtel Brebant (1893) e nella boutique finanziata da A. de La Rochefoucauld (1893-94) espose, col gruppo, paesaggi ispirati dalla regione del Var, ove risiedeva (Spiaggia di La Vignasse, 1891-92: Le Havre, Musée Malraux; Vendanges (Var) [Vendemmia, Var], 1892: New York, Museum of Modern Art fino al 20 giugno 2005 ora in collezione privata).
Costellate di "pastiglie" di colori chiari rigorosamente posate, le sue opere pure e armoniose (Les Isles d'Or [Le Isole d’Oro], 1891-92: Parigi, Musée d'Orsay) sono talvolta tinte di un idealismo derivante da Puvis de Chavannes e dai Nabis (l’Aria della sera, 1893-94, collezione privata; Notturno, 1896: Ginevra, Petit-Palais), ma più spesso fedeli al populismo utopico di J. Grave (Escursione, 1894: New York, coll. W. P. Chrysler). Tra il 1895 e il 1900, preannunciando il fauvisme, Cross risolse talvolta il dilemma natura-astrazione con l’esplosione del colore puro (At the fair [Ballo di paese], 1896: Toledo Museum of Art; Le pêcheur provençal [Il pescatore provenzale] [The return of the fisherman], 1896: Oberlin, Art Museum).
Convertitosi al tocco largo di Signac, confermò quest’evoluzione dopo un viaggio a Venezia nel 1903 (Ponte San Trovaso, 1903-1905: Otterlo, Kröller-Müller Museum). I suoi folti paesaggi (Après-midi dans le jardin [Pomeriggio nel giardino], 1904: Francoforte, Städelmuseum; Autour de ma maison [Intorno alla casa], 1906: Mosca, Museo Puškin; Giardino rosso, 1906-1907: New York, collezione privata), popolati di nudi (La fuite des nymphes [Fuga delle ninfe], 1906: Parigi, Musée d'Orsay; la Foresta, 1906-1907: Losanna, collezione privata) sono pretesti per l’analisi lirica, per l’esaltazione colorata della luce (lo Zavorratore, 1906: a Ginevra; La baie de Cavalière [La baia di Cavalière], 1906-1907: Saint-Tropez, Musée de l’Annonciade; Les Cyprès à Cagnes [I cipressi a Cagnes], 1908: Parigi, Musée d'Orsay).
Due mostre, con presentazioni di Verhaeren e M. Denis, rivelarono nel 1905 presso Drouet e nel 1907 presso Bernheim-Jeune la freschezza e la sorprendente libertà dei suoi acquerelli.
(fonte: Germain Viatte - Storia dell'Arte Einaudi)