Breton, Jules Adolphe
Jules Adolphe Aimé Louis Breton, nasce il 1° maggio 1827 a Courrières (Pas de Calais). Dopo la prematura morte della madre, Jules Breton e i suoi tre fratelli sono allevati dal loro padre, sovraintendente delle terre del duca di Duras. Studia prima al collegio di Saint Bertin a Saint Omer, poi al Collegio Reale di Douai. Il 1843 è a Gand dove frequenta l'Accademia Reale sotto Félix de Vigne (1) e nel 1846 è ad Anversa dove lavora brevemente presso l'accademia con il pittore Barone Gustaf Wappers, e studia i maestri fiamminghi. Infine, a Parigi, dove il 6 ottobre 1847 entra all'Ècole des Beaux-arts e segue i corsi dell'atelier Drolling.
Malgrado un insegnamento accademico, l'artista s'interessa molto presto alla vita dei campi. I suoi primi studi all'aria aperta datano agli anni 1850 Sensibile alla rivoluzione del 1848, la sua produzione si rivela spesso legata al movimento realista, presidiato da Millet e Courbet.
Le prime tele che egli presenta al Salon, Misère et désespoir [Miseria e disperazione] il 1849 (Arras, Musée des Beaux Arts) e la Faim [Fame], nel 1854, non si elevavano molto al di sopra dell'aneddoto sentimentale. Sono poco notate. Il suo vero debutto data al Salon del 1853 con Le retour des moissonneurs [Il ritorno dei mietitori] che è un vero successo, ripetuto con Les glaneuses [Le spigolatrici] al Salon del 1855.
« Egli si consacra da quel momento - dice Annette Bourrut Lacouture - a questo tipo di rappresentazione insistendo sul tema della donna di cui ammira la bellezza, la grandezza e la dignità nelle attività quotidiane. Jules Breton non può essere considerato come un pittore parigino allo stesso titolo di Gerveux. Se quest'ultimo è sensibile agli onori e alla gloria, l'altro rimane attaccato al suo territorio. Tra i suoi amici si possono contare artisti come Bouguerau o Jules Dupré, poeti come Théophile Gautier e scrittori come Mistral. La sua ammirazione per Millet, Corot e i pittori di Barbizon è evocata nella sua corrispondenza. Dell'insegnamento di Ingres, l'artista conserva un grande senso dell'osservazione, essenzialmente nel campo del disegno. Numerose altre influenze possono essere evocate: Delacroix, Daumier nelle sue prime tele, Holbein nelle sue figure dei Pardons bretoni o Raffaello. »
Oltre alle già citate, tra le sue opere importanti vanno annoverate: Le lendemain de la Saint Sébastien [Il giorno dopo la festa di san Sebastiano] (presentato al Salon di Parigi del 1855 assieme a Les glâneuses e Petites paysannes consultant les épis), La Bénédiction des blés en Artois [La benedizione delle messi in Artois] (1857, Arras, Musée des Beaux Arts), Plantation d'un calvaire [Erezione di un calvario] (1858, Lille, Palais des Beaux Arts), Le rappel des glaneuses [Il richiamo delle spigolatrici] (1859, Parigi, Musée d'Orsay), Le soir [La sera] (1860, ivi), Les sarcleuses [Le sarchiatrici] (1868, New York, The Metropolitan Museum of Art), Une fille de pêcheur (Raccommodeuse de filet) [Una ragazza di pescatori (Rammendatrice di reti)] (1876, Douai, Musée de la Chartreuse), La glaneuse [La spigolatrice] (1877, Arras, Musée des Beaux Arts), La chanson de l'alouette [Il canto dell'allodola] (1884, Chicago, The Art Institute).
Jules Breton è stato anche romanziere, poeta e critico. Tra i libri si citano: Oeuvres poétiques de Jules Breton (1867-1886), contiene: "Les champs et la mer" e "Jeanne" | Editore : A. Lemerre : Parigi : 1887; Vie d'un artiste, art et nature, Editore: A. Lemerre : Parigi : 1890; Un peintre paysan | Editore: A. Lemerre : Parigi : 1896; Nos peintres du siècle | Editore: Société d'édition artistique, Parigi, DL 1899 e Delphine Bernard : la femme et l'artiste | Editore: A. Lemerre : Parigi : 1902.
Nel 1886 viene eletto membro dell'Académie des beaux-arts.
Muore a Parigi il 5 luglio 1906.
(1) Nel 1858, Breton sposa la figlia di Félix de Vigne, Élodie che, il 1859, gli dà un'unica figlia, Virginie, la quale, seguendo le orme del padre, diventerà anch'essa pittrice e sposerà il pittore Adrien Demont.
I rassicuranti contadini di Jules Breton
Le prime opere di Breton, che aveva debuttato al Salone del 1849, si avvicinavano al contemporaneo realismo di Courbet; dal 1853 egli si dedicò invece alle scene ispirate alla vita nei campi e nel 1857, con La benedizione del grano nell'Artois, fu insignito di una medaglia di seconda classe, mentre l'opera veniva acquistata dallo stato per il Museo del Lussemburgo. Ad appena trent'anni l'artista riportava dunque una prestigiosa consacrazione ufficiale, grazie a una formula accattivante che si contrapponeva tanto alle audaci soluzioni di Courbet quanto alle immagini giudicate sgradevoli dei contadini di Millet.
Ne La benedizione del grano egli aveva rappresentato un avvenimento del suo paese d'origine, Courrières nell'Artois, secondo una disposizione solo apparentemente analoga a quella di Courbet nei Funerali a Ornans, manifesto di un realismo laico quanto confessionale era la celebrazione di Breton. Quest'ultimo raffigurava infatti tutte le classi sociale riunite nella tradizionale processione e confermava quindi il ruolo ancora importante della religione nella vita quotidiana dei villaggi francesi. Da allora, per tutto il Secondo Impero, i paesani laboriosi e le giovani contadine di Breton divennero i simboli rassicuranti dei valori tradizionali minacciati dalla rivoluzione industriale in atto nelle grandi città, mentre l'aura di classica nobiltà che ammantava le sue composte figure soddisfaceva le esigenze della critica più tradizionalista.