Boecklin, Arnold

Boecklin, Autoritratto [1873].jpg
Cognome: 
Boecklin
Nome: 
Arnold
Luogo di nascita: 
Basilea
Data di nascita: 
1827
Luogo di morte: 
Fiesole
Data di morte: 
1901
Nazionalità: 
Svizzera
Biografia: 

 

Arnold Böcklin, dal 1845 al 1847, fu allievo a Düsseldorf di Johann Wilhelm Schirmer, il cui influsso caratterizza i paesaggi idealizzati giovanili di Böcklin. Dopo brevi soggiorni nel 1847 a Bruxelles, Anversa, Zurigo e Ginevra (con Calame) e nel 1848 a Parigi, trascorse due anni a Basilea; nel 1850 venne a Roma, dove, per influsso di Dreber, l’impianto delle sue composizioni si fece piú rigoroso e la tavolozza si schiarí. Nell’anno che seguí al suo ritorno a Roma (1857) decorò con paesaggi la casa dell’autore drammatico Wedekind a Hannover. Nel 1859 dipinse Pan tra i giunchi (Monaco di Baviera, Neue Pinakothek), dove per la prima volta si rivela la sua visione mitica della natura. Per due anni insegnò a Weimar, poi fu di nuovo a Roma dal 1862 al 1866; visitò Napoli e Pompei e nel 1864 e 1865 dipinse le due versioni della Villa in riva al mare (ambedue alla Schackgalerie di Monaco di Baviera). Gli affreschi della scala del Kunstmuseum di Basilea (1868-70) costituiscono l’opera fondamentale del suo soggiorno in tale città, tra il 1866 e 1871. Stabilitosi a Monaco dal 1871 al 1874, eseguí quadri celebri: Tritone e Nereide (1873-74: Monaco di Baviera, Schackgalerie; e 1875: Berlino, Nationalgalerie), il Gioco delle onde (1883: Monaco di Baviera, Neue Pinakothek), Odisseo e Calipso (1883: Basilea, Kunstmuseum), l’Idillio del mare (1887: Vienna, Kunstmuseum). Intorno a lui si costituí a Firenze, dal 1875 al 1885, una cerchia artistica di cui facevano parte lo scultore Hildebrand e il pittore Marées. Nel 1880 Böcklin realizzò la prima delle cinque versioni dell’Isola dei morti (a Lipsia e Basilea). Assai criticato in principio, da allora riscosse crescente successo; ciò spiega le frequenti nuove versioni di opere precedenti, che gli vennero ordinate alla fine della sua carriera. Dal 1885 al 1892 risiedette a Hottingen presso Zurigo, poi a Fiesole fino alla morte. Una delle sue ultime opere è la Caccia di Diana (1896: Parigi, Musée d'Orsay). Alla fine del secolo era considerato il piú eminente pittore tedesco; ma l’infatuazione per l’impressionismo ne minò presto la fama. Le sue opere migliori colpiscono per la resa suggestiva della natura, per l’invenzione di figure fantastiche, di solito monumentali, per una composizione semplice dal colore potente. È vero che, negli ultimi anni, spesso s’ispirò a idee filosofiche; ma l’idea letteraria rimase sempre soggetta alla composizione formale. È particolarmente ben rappresentato a Basilea.

(fonte: Helmut Börsch-Supan in Storia dell'Arte Einaudi)

 


 

Arnold Böcklin, pittore e scultore, nato il 16 ottobre 1827 a Basilea, morto il 16 gennaio 1901 a S. Domenico di Fiesole, fu il più eminente fra i pittori tedeschi del sec. XIX. Figlio del negoziante Christian Friedrich Böcklin e di Ursola, nata Lippe, poté vincere la resistenza paterna e dedicarsi all'arte solo in virtù della viva insistenza della madre e del poeta Wilhelm Wackernagel, professore al ginnasio e all'università di Basilea e insegnante del Böcklin. I primi studî ad olio, datati, sono del 1844, ma solo nell'autunno dell'anno seguente il Böcklin ottenne il permesso di frequentare l'accademia di Düsseldorf, ove trovò un maestro in Joh. Wilhelm Schirmer, uno dei rappresentanti della cosiddetta pittura eroico-panoramica, al quale il Böcklin, che si sentiva soprattutto un paesista, fu legato per tutta la vita. Ad eccezione dell'estate del 1846, che passò dipingendo in Svizzera, il Böcklin visse a Düsseldorf fino alla primavera del 1847, quindi, insieme con Rodolf Koller, pittore animalista di Zurigo, intraprese un viaggio di studî a Bruxelles ed Anversa, ove i grandi pittori del sec. XVII lo impressionarono vivamente. Utilizzò l'estate di quell'anno per un altro viaggio di studî in Svizzera e dai settembre al gennaio 1848 frequentò a Ginevra la scuola, allora famosa, dell'Alex, il pittore delle Alpi. Recatosi a Parigi, vi giunse pochi giorni prima della rivoluzione del febbraio. Gli avvenimenti di cui fu testimone lasciarono un'impressione indelebile nel giovane artista e in certo modo influenzarono anche la sua arte. Dall'autunno del 1848 al febbraio del 1850 egli tornò a lavorare a Basilea; appartengono a questo periodo le prime composizioni su motivi in maggioranza alpestri, attraverso le quali già si rivela quella tendenza espressionistica che più tardi si affermò nell'arte sua. Nella primavera del '50 il Böcklin si recò a Roma - come del resto facevano allora tutti i pittori tedeschi desiderosi di ottenere qualche successo artistico - e là egli trovò l'ispirazione che doveva fecondare tutta la sua vita di artista. Le tradizioni leggendarie e storiche dell'antichità e del Medioevo, le maestose e chiare forme del paesaggio, la grande arte dell'epoca romana e del Rinascimento, lo accesero di entusiasmo. Fra i grandi paesisti specialmente Gaspard Dughet, insieme con uno degli artisti tedeschi allora residenti a Roma - il pittore Franz Dreber - esercitò grande influsso sul Böcklin Le importanti opere eseguite durante questo soggiorno romano superano tuttavia quelle del Dreber e di tutta la precedente pittura paesistica tedesca, non solo per semplicità e chiarezza plastica, ma anche per l'efficacia del colore: ricordiamo Il Centauro e la Ninfa, in Berlino; Diana alla sorgente, nella galleria Schack di Monaco; Pan nella selva, nel museo di Basilea. Mentre però il Böcklin nei suoi lavori di Basilea e in quelli eseguiti poi aveva tentato di esprimere, se pur timidamente, uno stato d'animo soggettivo, in queste opere invece ha il sopravvento la gioia datagli dalla bellezza della natura che lo circonda. Rimase a Roma fino al 1857; nel '53 aveva sposato una giovane romana del medio ceto, certa Angela Pascucci, un'orfana che lo aveva affascinato con la sua bellezza, e che poi in ogni difficile momento lo sorresse con la forza e la costanza delle antiche donne romane. Trasferitosi nel 1857 a Basilea il Böcklin non fu compreso, tantoché nell'anno seguente accettò l'ordinazione di dipingere in Hannover un salone da pranzo e verso la fine dello stesso anno si recò a Monaco, dove, ammalatosi di tifo insieme con due suoi bambini, cadde nella più nera miseria. Ma nel marzo del 1859 col suo Pan nel giuncheto, presentemente nella Pinacoteca di Monaco, conseguì il primo decisivo successo in Germania. Ne conseguì l'amicizia col conte Schack e l'invito nel 1860 dell'Accademia di Weimar, allora fondata; è di quest'epoca la Caccia di Diana, la quale oggi si trova nel museo di Basilea. Nel 1862 il Böcklin, ch'era tornato a Roma, visitò per la prima volta Napoli e Pompei, e quegli avanzi dell'antica pittura influenzarono nella maniera più decisiva la sua tecnica e la sua arte. Se ne vedono gli effetti nelle due Ville sul mare eseguite fra il 1864 e il 1865. All'anno seguente appartengono i primi fra i bellissimi quadri della Galleria Schack di Monaco di Baviera. Nell'autunno del '66 si trasferì a Basilea, sperando di avervi ordinazioni monumentali, che effettivamente ottenne: gli affreschi nello scalone del Museo e precedentemente altri affreschi di una villa privata. È della stessa epoca la sua opera plastica più nota, la chiave di volta coi monelli, nella facciata posteriore del padiglione basileese delle belle arti. Le figure, ora, prendono un posto più importante nelle sue opere, come ad esempio nella Pietà in Basilea, nella Primavera d'Amore, nel Burrone dei Draghi e nella Morte che cavalca attraverso un paesaggio d'autunno, della galleria Schack di Monaco. I quattro anni che seguirono nella capitale bavarese furono per il Böcklin i più produttivi e forse i più felici della sua vita. Nei capolavori di questo periodo, come La lotta dei Centauri (Basilea), la Pietà (Berlino), l'Assalto dei Pirati (Breslavia), Idillio marino (Monaco), si realizza una profonda evoluzione nel colore, nelle forme, nella concezione e nell'ispirazione. Il Böcklin si rivela ora un pittore dello stato d'animo, creatore del quadro che con figure, alla maniera del Giorgione, esprime l'intima "intonazione" come ad esempio Idillio marino. Abbandonata la sua tecnica di tendenze impressionistiche, il colorismo degli antichi olandesi e specie di Mattia Grünwald diventa la sua guida. La pittura ad olio cede in favore di quella a vernice e a tempera. Ci sono - è vero - ancora studî dal vero, ma sono molto rari. L'opera iniziata durante questo soggiorno in Monaco, fu proseguita nel periodo dal 1874 all'84 in Firenze, ove il Böcklin si circondò d'una schiera di discepoli, che sapevano comprenderlo. Rapidamente si susseguirono in questo tempo i suoi quadri che hanno provocato tante polemiche e la più appassionata ammirazione, come i Campi Elisi in Berlino, l'Isola dei morti e il Bosco sacro a Basilea. Il carattere della campagna toscana e le impressioni del golfo di Napoli esercitarono il loro influsso sull'arte del Böcklin Dal 1884 si può stabilire una nuova evoluzione del suo stile, connessa col suo trasferimento a Zurigo ove visse fino al 1892 in intima amicizia con Gottfried Keller, il celebre poeta svizzero. Disegni umoristici e pieni di vita, linee più delicate, ma un colorito più vivace sono le caratteristiche della sua arte di quest'epoca. Fra le opere principali citiamo la Vita somnium breve, il Giuoco delle Naiadi (Basilea), il Rimpatrio, la Venus Genitrix, il Pergolato, la Leggenda di Maria. Nel 1892 il Böcklin fu assalito da un primo colpo apoplettico, ma poté rimettersi dopo un soggiorno nel sud. Nel 1895 andò a stabilirsi in una casa propria sul colle di Fiesole e ivi morì dopo sei anni di continuo lavoro. Fu seppellito nel camposanto protestante degli Allori presso Firenze. Le opere di Arnold Böcklin sono sparse nelle gallerie e nelle collezioni private della Svizzera, della Germania e dell'Austria, se ne trovano pochissime in Italia, Francia, Inghilterra ed America. Le raccolte maggiori di quadri suoi sono nella Galleria Nazionale di Berlino, nella galleria Schack di Monaco, nei musei di Basilea e di Darmstadt.

(fonte: Heinrich Alfred Schmid in Enciclopedia Italiana, 1930)