Ballerina alla Scala, Milano

Angelo Morbelli, Ballerina alla Scala, Milano
Autore: 
Morbelli, Angelo (1853-1919)
Titolo: 
Ballerina alla Scala, Milano
Periodo: 
XX secolo
Datazione: 
1909
Classificazione: 
Dipinto
Tecnica e materiali: 
Olio su tela
Dimensioni (altezza x larghezza in centimetri): 
41,5 x 30,2
Annotazioni: 
Firma e data in basso a sinistra: Morbelli 1909
Luogo di conservazione: 
Collezione privata

Mostre:

  • Dai Macchiaioli ai Divisionisti. Grandi Protagonisti nella Pittura Italiana dell’800, Enrico • Gallerie d'Arte, Firenze, Palazzo Corsini, 26 Settembre - 4 Ottobre 2015 | Milano, 9 Ottobre - 19 Dicembre 2015, num. 43.

Bibliografia:

  • Angelo Enrico (a cura di), Dai Macchiaioli ai Divisionisti. Grandi Protagonisti nella Pittura Italiana dell’800, catalogo della mostra, Enrico • Gallerie d'Arte 2015.

Note:

Ballerina appartiene al ciclo di soggetti dedicati alla rappresentazione di giovani ballerine che allo stato attuale annovera ancora un numero esiguo di opere, meno di una decina. È probabile che molte siano ancora inedite, come nel caso della tela in questione, presentata al pubblico per la prima volta in questa occasione. Tra le opere conosciute, oltre a quelle segnalate dai cataloghi di esposizione, ricordo Fragilina del 1899, Giovane ballerina a riposo e Anima triste del 1910, quest’ultima di proprietà della Pinacoteca della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, e Meditazione del 1913.
L’ambientazione della tela è riconducibile verosimilmente a quella del Teatro della Scala perché presenta analogie con quella raffigurata in Fragilina, identificabile con il teatro scaligero.
L’opera è composta con una tecnica divisionista estremamente puntuale, costruita con sottili filamenti di puro colore che si incrociano tra loro a formare un reticolo. Lo stesso incarnato della fanciulla è definito con fitti tratti di verde e rosso che restituiscono visivamente la plasticità della figura e suggeriscono la luce che la avvolge e permea, in contrasto con lo sfondo in cui in penombra si intravvedono le balconate del teatro.
I passaggi di luce e ombra, che scorrono sul morbido tessuto e sui capelli raccolti, così come i sapienti effetti chiaroscurali, sono frutto di un laborioso procedimento a brevi tratti formulati con una tale sicurezza e abilità proprie del periodo maturo di Morbelli, quando egli aveva conquistato un’assoluta padronanza della tecnica divisa. La giovane ritratta di spalle che guarda il palcoscenico da dietro le quinte, è percepita dallo spettatore come inserita in un’atmosfera d’attesa, quasi sospesa. Non si possono cogliere la fisionomia, nè l’espressione del viso; non è dato sapere se da lì a breve la ballerina dovrà entrare in scena o si è già esibita. Il tutto rimane irrisolto in quel preciso istante raffigurato, dando adito a diverse e personali interpretazioni e chiavi di lettura che ognuno può declinare in base alla propria percezione, recependo in maniera palpabile un’atmosfera molto suggestiva, di forte coinvolgimento, come spesso Morbelli riusciva a creare soprattutto nelle sue composizioni paesaggistiche inanimate che, come tali, permettono di spaziare ulteriormente negli stati d’animo da esse suscitate.
Anche nelle altre opere conosciute di analogo soggetto, le ballerine non sono mai rappresentate mentre danzano, ma in momenti di riposo, con sguardi dipinti sul volto che tradiscono momenti di riflessione; è come se la capacità empatica di Morbelli, che nel ciclo del Pio Albergo Trivulzio trova la sua massima espressione nell’affrontare le tematiche della solitudine e delle vecchiaia, cogliesse nella giovinezza, per definizione l’età delle aspettative e, in particolar modo, in queste piccole artiste in erba, la difficoltà della danza che richiede disciplina, costanza e sacrifici e che percepisse il loro timore che quelle stesse aspettative sarebbero potute essere disattese.
Spunti di riflessioni e valori aggiunti di lettura che nell’opera specifica risultano ulteriormente intensificati per la scelta consapevole di non svelare le emozioni del soggetto rappresentato, così da arricchire la composizione di un fascino unico e particolare.

(fonte: Dunia Grandi - Scheda nel catalogo della mostra Dai Macchiaioli ai Divisionisti. Grandi Protagonisti nella Pittura Italiana dell’800)