Alto Biellese
Notizie storico-critiche:
Opera tra le più esemplari della tarda produzione di Delleani, Alto Biellese rappresenta uno di quei paesaggi alpestri dell'alta regione piemontese e cari al pittore, che ricorrono con frequenza sia nelle tavolette sia nei quadri di grandi dimensioni. Essi sono caratterizzati per lo più da una luce chiara, vibrante e raggelata allo stesso tempo per via dell'atmosfera spesso uggiosa di quei territori, e da una attenzione naturalistica che avvicinano Delleani, almeno negli intenti, ai pittori del paesaggismo piemontese e della Scuola di Rivara. La tangenza con questi ultimi, tuttavia, per la dominanza di una tavolozza incentrata sui toni verdi e la cura del dettaglio, allontanano il dipinto dalla produzione più apprezzata e originale dell'artista caratteristica dei primi anni Ottanta. L'interesse per i paesaggi del Biellese si accompagnava spesso, nel pittore, all'interesse per i rituali montani di quelle zone; essi erano studiati quale ambientazione di riti montanari da cui Delleani era molto affascinato e che analizzava con attenzione quasi etnografica al mito contadino, di cui apprezzava, soprattutto, l'armonia che si instaurava tra quei luoghi e i suoi abitanti, interessi che lo avvicinano, in questi termini, alla poetica che Segantini portava avanti, con esiti molto diversi, in quegli stessi anni (cfr. Lafranconi 2006).
Nel dipinto in esame - che pone l'attenzione sugli armenti in primo piano rispetto alla processione che si allontana in secondo piano - si riconosce lo stesso scenario che fa da sfondo ai temi della processione in montagna di In montibus sanctis o nella Processione di Fontanamora (1882, collezione privata, Biella), che l'artista dipinse nei primi anni Ottanta. Si tratta della valle del torrente Oropa, dove si incrociavano le vie per i santuari della Madonna di Oropa, di Graglia e di San Giovanni (cfr. Dragone 1974, I, tavv. XXX-XXXI e tav. 95) in cui è riconoscibile la lunga baita che compare in questo dipinto. L'opera partecipò assieme a Festa al romitaggio e In excelsis all'Esposizione Nazionale di Venezia del 1887 dove fu acquistato per le collezioni nazionali nel 1888.
Bibliografia:
- A. R. Willard, History of Modern Italian Art, II ed., New York 1900, p. 490.
- A. Dragone, Delleani, la vita, l'opera e il suo tempo, Torino 1973, v. I, pp. 157, 371, v. II, n. 644, p. 160.
- Lorenzo Delleani, Catalogo della mostra (Aosta, Museo Archeologico), a cura di A. Dragone, Musumeci 2000, pp. 114, 223, n. 68.
- I. Ciseri, in La pittura di paesaggio in Italia. L'Ottocento, Milano 2003, p. 177.
- M. Lafranconi, in Galleria Nazionale d'Arte Moderna. Le collezioni. Il XIX secolo, a cura di E. Di Majo, M. Lafranconi, Milano 2006, n. 13.12, p. 304.
(fonte: Catalogo Generale dei Beni Culturali)