Altamura, Francesco Saverio

Francesco Saverio Altamura in una foto conservata nel Museo Civico di Foggia
Cognome: 
Altamura
Nome: 
Francesco Saverio
Luogo di nascita: 
Foggia
Data di nascita: 
1822
Luogo di morte: 
Napoli
Data di morte: 
1897
Nazionalità: 
Italiana
Biografia: 

 

Francesco Saverio Altamura dopo aver abbandonato gli studi di medicina, frequentò l’istituto di belle arti di Napoli e nel 1847 vinse, insieme a D. Morelli, il pensionato artistico di Roma. Dal 1848 fino al 1866 prese ripetutamente parte alle lotte risorgimentali con conseguenze per lui drammatiche, come la fuga e il lungo esilio a Firenze e la condanna a morte in contumacia. Nel periodo fiorentino (1850-67) contribuì in modo decisivo alla formazione del linguaggio dei macchiaioli facendosi portatore di nuove idee dopo il suo storico viaggio, nel 1855, a Parigi, in compagnia di D. Morelli e S. De Tivoli. La sua pittura oscilla tra un indirizzo storico-romantico e uno verista, con in più una forte inclinazione, soprattutto nei tardi anni napoletani, verso un’arte religiosa. Delle sue opere ricordiamo I funerali di Buondelmonte (1860: Roma, GNAM) e Il trionfo di Mario (1863: Napoli, Capodimonte), mentre un gruppo più cospicuo viene conservato a Foggia.

(fonte: Christine Farese Sperken in Storia dell'arte Einaudi)

 


 

Francesco Saverio Altamura, pittore, scrittore e patriota, nato a Foggia il 5 agosto 1822 (e non, come è solitamente detto, nel 1826) secondo quanto afferma C. Lorenzetti, che riporta una nota dello stesso padre dell'Altamura, Raffaele. La madre, Sofia Perifano, proveniva da famiglia greca. L'Altamura studiò nella città natale, presso gli scolopi, indi seguì la famiglia che si spostò a Salerno e ad Avellino. Nel 1840 il padre lo mandò a Napoli, dove l'Altamura sì iscrisse alla facoltà di medicina; ma, attratto dall'ambiente artistico e intellettuale partenopeo, prese a frequentare dal '45 la scuola di nudo all'Accademia, dove conobbe D. Morelli. Con questo vinceva, nel '47, il pensionato romano, con un quadro ispirato a un episodio della Gerusalemme Liberata. Già noto nell'ambiente napoletano per sue opere precedenti (Cristo e l'adultera, acquistato dal fratello di Ferdinando II, Marsia e Apollo), proseguì nella ricerca cromatica anche durante il soggiorno romano (Il profeta Nathan rimprovera David). In questo stesso periodo iniziò la sua fervida attività di patriota; tornato a Napoli, nel '48, si avvicinò infatti al gruppo liberale e dipinse quadri ispirati alle libertà comunali e ad altri motivi storici (La morte di un crociato). Già noto per i suoi atteggiamenti politici, fu arrestato e rinchiuso in carcere, dove conobbe alcuni patrioti napoletani illustri.
Liberato con la concessione della Costituzione, fu coinvolto nei moti rivoluzionari del maggio '48 e costretto a fuggire prima all'Aquila e poi a Firenze. Qui venne a contatto con le personalità che solevano riunirsi dal Vieusseux, e suscitò vasto interesse nel mondo artistico giovanile esponendo Gli esuli di Babilonia e Il primo passo dell'esule. Il lungo soggiorno fiorentino - durante il quale sposò una giovane greca, che più tardi doveva lasciarlo per tornare al paese natale, e dalla quale ebbe tre figli - gli permise di apprezzare il gusto per il colore vivace e "a macchia", che più tardi ebbe modo di studiare anche nella pittura francese, durante il viaggio compiuto a Parigi nel '55, in compagnia di Serafino de' Tivoli. Nel 1860 l'Altamura rientrava a Napoli a prepararvi l'ingresso di Garibaldi, del quale divenne intimo amico. Eletto consigliere comunale, fu tra i fondatori della Pinacoteca e del Museo nazionale. Dipinse in questo periodo un ritratto di Garibaldi per il Palazzo comunale di S. Maria la Nova (Caserta) e per la cappella del Palazzo reale di Napoli due tele con la Morte e l'Assunzione di Maria.
Tornato a Firenze, l'artista venne incaricato di dipingere il ritratto di C. Troja (oggi alla Galleria d'arte moderna in palazzo Pitti). Nel '61 partecipava alla I Esposizione nazionale con le Esequie di Buondelmonte de' Buondelmonti - ora nella Galleria nazionale d'arte moderna di Roma -, mentre le altre due tele che concludevano la trilogia di Buondelmonte entrarono nella collezione del principe Colonna di Stigliano a Napoli. Nel '63 esponeva a Torino Mario vincitore dei Cimbri (ora nella Pinacoteca di Capodimonte), la sua opera più celebrata, ove però non è portata alle estreme conseguenze quella "teoria della macchia" sostenuta dal Morelli, e raggelata nei dipinti dell'Altamura dal disegno troppo netto e accademico. Nel '65, alla Promotrice napoletana, esponeva Odii vecchi e amori nuovi (collezione Colonna, Napoli).
L'anno seguente soggiornò per qualche tempo in una casa di cura; nel '67 espose a Parigi Cristo tra i Farisei, che fu acquistato da M. Schilizzi, e frequentò la cerchia di G. De Nittis, E. Dalbono, G. Palizzi, che lo presentarono al mercante di quadri Goupil del quale divenne amico. Tornato a Napoli, vi soggiornò stabilmente fino alla morte. Partecipò a tutte le maggiori manifestazioni d'arte italiane: a Napoli, nel '77, con la Monacazione di Maria Spinelli, di cui nella raccolta Casciaro è il gustoso bozzetto, e nel '79 con Le Roi s'amuse, acquistato per la reggia di Capodimonte, ove tuttora si trova; a Torino (1880) esponeva Excelsior (oggi al Museo civico), di mediocre risultato; nel 1883 a Roma un Centauro Chirone, acquistato dallo stato. Per la parrocchiale di Castrignano dei Greci (Lecce) dipinse dieci tele di soggetto sacro, tra cui varie figure di santi (Luigi, Antonio, Francesco, ecc.), un'Annunciazione, un'Assunzione,ecc.; un suo S. Tommaso è nella cattedrale di Altamura. Di lui c'è rimasto anche il realistico Autoritratto, oggi nel Museo di S. Martino a Napoli.
Artista mediocre, sopravvalutato ai suoi tempi, l'Altamura non riuscì a coordinare i suoi sforzi per orientare verso una strada nuova la sua pittura - nel senso indicato e attuato dal Morelli, dal Palizzi e da altri - quasi sempre ancorata a un accademismo trito e a un senso retorico della forma - non priva, tuttavia, a tratti, di qualche vivace spunto cromatico e di un sicuro senso luministico, - non riuscendo a concretare praticamente le sue teorie artistiche esposte assieme all'autobiografia nel volume Vita e arte, pubblicato a Napoli un anno prima della morte che avvenne in questa città il 5 gennaio 1897.

(fonte: Marco Chiarini in Dizionario biografico degli italiani, Treccani)

 


Francesco Saverio Altamura, Excelsior
Francesco Saverio Altamura, Excelsior