Ritratto di Carrà
Descrizione:
Rientra nelle opere che Boccioni dedica alla “scomposizione dinamica di una testa”, principio figurativo che titola programmaticamente un altro disegno a penna del 1912, riportante l’intestazione “Ristorante Savini” (Civiche Raccolte d’Arte di Milano).
Il segno aperto e veloce trasmette la forza e l’energia “che spezza ogni perimetro chiuso e colloca le forme in rapporto tra loro” (Pontiggia 1990, p. 21). In altre parole, la simultaneità della visione deve esprimere il dinamismo e la plasticità “nell’infinito manifestarsi della loro relatività tra moto assoluto e moto relativo, tra ambiente e oggetto, fino a formare l’apparizione di un tutto: ambiente + oggetto” (Gli scritti inediti 1972, p. 149).
Il ritratto delle Gallerie ferraresi cade nel periodo di stretto confronto tra gli esiti figurativi dei futuristi e le ricerche dei cubisti francesi, orientate sulla “scomposizione dei volumi e sullo slittamento dei piani sperimentati da Braque e Picasso” (Vorrasi in Da Boldini a De Pisis, p. 69).
L'opera fa parte dell’importante raccolta (quarantanove pezzi) donata da Orfeo Tamburi alle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, nel 1985. Il fondo percorre quasi un secolo di arte, dalla fine dell’Ottocento con il “Frutteto” di James Ensor (1886) ai disegni, alle acqueforti e litografie dei maggiori esponenti della scena novecentesca quali appunto Boccioni, Jean Dubuffet, André Masson e Giorgio de Chirico. Nella donazione sono incluse cinque stampe dello stesso Tamburi.
Bibliografia:
- M. Garberi, Umberto Boccioni. Disegni 1907-1915 dalle Civiche Raccolte d'Arte di Milano, Milano, Mazzotta, 1990, pp. 21-22, 44-49.
- Da Boldini a De Pisis. Firenze accoglie i capolavori di Ferrara, Ferrara, Ferrara Arte, 2013, pp. 69, 79.